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Tecniche di scavo

Reperto rinvenuto nell'area
del parco archeologico

 

L’attività di scavo archeologico si colloca in un processo tanto più complesso quanto più diversificati sono i contesti da indagare; tale è la situazione proposta dal territorio volceiano nel quale convivono preistoria, protostoria e storia.


Il processo che guida l’attività archeologica segue in questo caso le seguenti tappe:
- esame del territorio;
- ricognizione archeologica di superficie;
- analisi e interpretazione delle foto aeree;
- misurazioni geofisiche (georadar, sonar, sonde fotografiche);
- scavo;
- datazione dei reperti;
- studi di contesto: archeozoologia, archeobotanica, paleobotanica, paleontologia, paleoantropologia, genetica.

 

Tecniche si scavo

Per quanto concerne lo scavo, la tecnica adottata prioritariamente è quella stratigrafica che prevede di rimuovere il terreno con estrema delicatezza e di classificare, o laddove possibile, raccogliere i reperti che affiorano alla stessa quota, costruendo in tal modo una sequenza cronologica relativa, mentre la cronologia "assoluta" viene riservata alla fase della "datazione".

Il metodo stratigrafico ovviamente non è infallibile: crolli, terremoti, interventi dell'uomo possono aver alterato nel corso del tempo la sequenza cronologica suggerita dalla stratigrafia. L'archeologo deve quindi procedere ad un'analisi critica dei dati emersi dallo scavo stratigrafico, seguendo il criterio del confronto con altri reperti simili. Quando tale confronto non è soddisfacente si ricorre alle tecniche scientifiche di datazione come l'impiego del carbonio 14 per i materiali organici, mentre, per la datazione di rocce e materiali litici, si ricorre ai radioisotopi ed ancora alla dendrocronologia per la datazione del legno ed alla termoluminescenza per le ceramiche.