Santuari e territorio nel IV secolo a.C.
Nel corso del IV sec. a. C. un gran numero di insediamenti si distribuisce sul territorio, dove sono attestati numerosi santuari, quali quello di Pisciaricolo a Sicignano, quello delle Raie, il santuario di San Mauro e, soprattutto, il santuario di S. Stefano, dove, a metà del IV sec. a.C., sono evidenti i segni della presenza di una grande famiglia aristocratica.
All’interno dell’area sacra di Santo Stefano una fortunata campagna di scavo ha consentito di individuare, nello spazio precedentemente occupato da necropoli e da edifici, un complesso legato ad un culto dell’acqua organizzato su diverse terrazze.
Nella terrazza superiore, su un grande spazio quadrangolare, probabilmente delimitato da portici su tre lati, si affaccia un complesso con sale da banchetto.
La pratica del banchetto e del simposio, assorbita lentamente, a partire dal VI sec. a. C, attraverso i contatti con il mondo delle colonie greche, si affermò quindi anche nel territorio volceiano come momento di autoriconoscimento della compagine aristocratica, di rituale di ospitalità e d’incontro tra culture diverse, come testimonia anche l’iscrizione conviviale su un’olpetta rinvenuta a Fratte, in cui sono citati, accanto a nomi italici, il greco Apollodoro e l’etrusco Vulca.
E’ questo il primo passo verso la formazione di una società strutturata e socialmente stratificata, che pone le basi per la fondazione del centro urbano.