Gli Osci
Gli Osci, che i Greci chiamavano Ópikes, Òpici, sono un popolo italico. Venendo dalle valli del Sangro e del Volturno, occuparono un territorio i cui confini a tutt’oggi non sono del tutto certi, ma sicuramente l’attuale provincia di Napoli ne faceva parte. Del resto, quando i coloni greci giunsero a Cuma, trovarono sull’acropoli un insediamento osco, mentre sempre gli Osci nel VI secolo a.C. fondarono Pompei.
Gli Osci occuparono anche Ercolano
mentre l’estuario del fiume Sarno fu il loro porto
principale, che facilitò i contatti e gli scambi
commerciali con i Greci di Cuma e gli Etruschi di
Capua.
Gli Osci, come altri popoli italici, non
diedero vita ad uno stato unitario, ma si
organizzarono come federazione di città a capo delle
quali era posto un meddix.
Il loro territorio, l'Opicia, fu conquistato dai Cumani nel V secolo a.C. Successivamente, nel IV secolo a.C., durante le guerre sannitiche l’Opicia passò ai Romani. Durante la guerra sannitica gli Osci furono favorevoli ai Romani e tali restarono anche durante la guerra annibalica, quando solo Capua defezionò.
La loro lingua, l'osco, veniva scritta impiegando l’alfabeto greco, anche se sono state ritrovate iscrizioni anche in latino ed etrusco. Nell'Italia centrale fu la lingua predominante fino alla guerra sociale del 90-89 a.C., al termine della quale venne concessa da Roma la cittadinanza a tutti le città italiche. Ciò comportò una profonda omologazione culturale, economica e politica e in un breve arco di tempo l’osco cessò di essere parlato.