I Sanniti
I Sanniti confinavano a nord con i Marsi ed i Peligni; a sud con i Messapi e le colonie greche; ad est con i Frentani e gli Apuli, ad ovest con i Latini, i Volsci, ed i Campani.
I confini del territorio sannita non sono ben delimitati, anche in conseguenza del fatto che il popolo sannita era organizzato in una forma federata, che arrivava fino al Pagus, cioè al villaggio, che godeva anch’esso di una certa autonomia. Molte delle popolazioni confinanti inoltre parlavano l’osco come i Sanniti, quindi neppure le iscrizioni aiutano a definire più precisamente i limiti del territorio sannita.
Nel VI secolo a.C. il popolo sannita era costituito da quattro tribù principali:
- al centro del Sannio i Pentri, con capitale Bovianum;
- a nord i Carricini, con le città di Cluviae e Juvanum;
- a sud-ovest i Caudini, con capitale Caudium;
- a sud gli Irpini, con Maloenton, più tardi denominata Beneventum.
A queste tribù in epoca successiva (V secolo a.C.) si aggiunsero i Frentani, che vivevano a nord del Gargano ed avevano quale capitale Larinum.
Tutte queste tribù costituirono una lega, la cui capitale fu Bovianum, salvo per il breve intervallo in cui fu capitale Aquilonia, distrutta poi dai Romani nel 293 a.C.
Altri centri rilevanti del Sannio furono Aesernia, Aufidena, Venafrum, Allifae e Abellium (oggi Atripalda).
L’origine dei Sanniti, intorno al 600 a.C., viene ricondotta ad un processo di integrazione tra genti della Sabina meridionale e popolazioni indoeuropee. Questo processo portò alla formazione di gruppi osco-umbri che adottarono la lingua osca, a quel tempo la più diffusa in Italia. Parlavano infatti l’osco, oltre ai Sanniti, anche i Sabini, i Brutii, i Lucani, i Peligni, gli Umbri, i Piceni, i Marsi, gli Aurunci, gli Equi, i Volsci, i Frentani, gli Apuli, i Messapi ed altri ancora.
I Sanniti conobbero il massimo della propria espansione quando scesero in Campania, occupandone le ricche terre quando gli Etruschi, sconfitti dai Siracusani a Cuma nel 474 a.C., non avevano ormai più la forza di opporsi. Ebbero fama di popolo bellicoso, con l’implicito sottinteso che avessero uno scarso sviluppo culturale, un probabile luogo comune se si pensa che la urbanizzazione di Pompei si deve proprio ai Sanniti.
L’espansione mise i Sanniti di fronte ai Romani; lo scontro fu inevitabile e, dopo ben tre guerre, si arrivò alla definitiva sconfitta dei Sanniti, che si consumò nel 290 con la distruzione di Aquilonia e la presa di Bovianum.
Iniziò il periodo della
romanizzazione, che vide i Sanniti schierati in gran
parte a favore dei Romani durante la guerra
annibalica. La guerra sociale, dal 90 all’88 a.C.,
pose drammaticamente fine ad un lungo periodo di pace
e le atrocità di Silla cancellarono i Sanniti come
entità politica.
Per la maggior parte della loro storia, i Sanniti non ebbero uno sbocco sul mare, che era impedito loro dai popoli confinanti, anche se per un breve periodo riuscirono ad affacciarsi su entrambi i litorali della penisola italiana.