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I Lucani

 

Scrive Strabone che “la Lucania sta tra la costa tirrenica e quella siciliana, dal Sele al Laos, e da Metaponto a Turi; sul continente, va dai Sanniti all'istmo da Turi a Cerilli, vicino al Laos: l'istmo misura 300 stadi” (55 Km e 500 m).

 

I confini del territorio erano dunque rappresentati:

 

  •  a nord ovest dalla valle del Sele, che separava la Lucania dalla Campania;
  •  a sud est dalla valle del Bradano, che separava la Lucania dall’Apulia;
  •  a sud ovest dai fiumi Lao e Crati, che separavano la Lucania dal Brutium;
  • a nord dai monti Alburni.

 

Ad est si estendevano gli Appennini, che costituivano gran parte del territorio lucano e scendevano verso la piana di Metaponto e il golfo di Taranto.

L’entroterra della regione era occupato da popoli conosciuti dai Greci come Oenotroi. Furono i Romani, nel II secolo a.C., a dar loro il nome di Lucani, sottolineandone la diversità rispetto agli altri popoli meridionali.

Come risulta da iscrizioni e monete, i Lucani parlavano una lingua di derivazione osca; secondo Strabone si diedero una costituzione democratica, che veniva sospesa in caso di guerra con la nomina di un dittatore.

 

La decadenza dei Lucani iniziò nel 298 a.C. quando i Romani conquistarono Venosa e successivamente, nel 273 a. C., Paestum. La guerra sociale del 90 – 88 a.C. segnò il completo declino della Lucania come entità politica ed economica. In epoca augustea il territorio dei Lucani, unito al Brutium, corrispondente al nord della attuale Calabria, costituì la Regio III Lucania et Bruttii.

Dopo la conquista i Romani diedero luogo ad un esteso disboscamento per creare pascoli e terreni coltivabili, destinati ai coloni, attraverso le centuriazioni.

 

Le principali città lucane sullo Ionio furono Metapontum, Heraclea e Sybaris; sul Tirreno Paestum e nell’entroterra Volcei, Potentia, Grumentum, Aceruntia, Atina e Consilinum.

In epoca romana un’imponente rete viaria attraversava la Lucania con vie consolari come l’Appia, l’Annia-Popilia, che da Capua conduceva a Reggio, e la Herculia, così nominata in onore dell’imperatore Massimiano detto Herculius. Il suo percorso non è del tutto certo, di sicuro però attraversava la Lucania da Agrumentum a Potenza e Venosa. A queste direttrici principali facevano capo i vari diverticoli che collegavano le città lucane e le strade all’interno delle centuriazioni. I tracciati di quasi tutte queste strade sono tutt’ora visibili, così come le arcate degli imponenti ponti romani.